Originally published in The Clarinet 51/2 (March 2024).
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International Spotlight
Intervista: Salvatore Schembari, Primo Clarinetto della Banda dell’Esercito Italiano
by Luca Saracca
Italian Version
L’accesso ad un Presidio Militare ha le sue regole, consegnati i documenti e ritirato il pass d’ingresso per la Città Militare della Cecchignola (ROMA) mi accoglie, nella sede della Banda Militare dell’Esercito Italiano, il Primo Clarinetto e Primo Maresciallo Luogotenente Salvatore Schembari che mi introduce direttamente all’interno della sala prove e concerti.
Luca Saracca – Grazie Salvatore per questo invito e per aver accettato la proposta di realizzazione di questa intervista. Devo osservare, con mia grande sorpresa, che questa sala prove ha estremamente l’aspetto di un auditorium.
Salvatore Schembari – Sono io che ringrazio te Luca per questa visita e, sì, in effetti questa nostra sala prove ha anche la funzione di auditorium ed ha accolto esibizioni in forma di brevi stagioni concertistiche ed una attività rivolta sia ad un pubblico di ascoltatori che a scopo didattico con la partecipazione di studenti di ogni ordine e grado; attività che si sono interrotte per le restrizioni dovute alla recente pandemia da CoVid-19 e che sono riprese nel 2023 come tutta l’attività concertistica della Banda così come gli interventi istituzionali.
L.S. – Una programmazione variegata ed interessante di cui parleremo approfonditamente a breve ma, prima mi hai promesso una breve visita al museo privato della Banda.
S.S. – Certamente, ci attende il collega Primo Luogotenente Giovanni De Socio che è il curatore e responsabile del nostro museo.
L.S. – Questo luogo racchiude, nelle pur sue ridotte dimensioni, una quantità di testimonianze musicali di grandissimo valore.
Giovanni De Socio – Assolutamente sì, se alle pareti si possono osservare i manifesti che ricordano molti dei più importanti concerti nelle bacheche e nel nostro archivio conserviamo le partiture delle composizioni dedicate alla Banda dai Maestri che l’hanno diretta, primo fra tutti il M° Lacerenza.
S.S. – Il Maestro Magg. Amleto Lacerenza è stato il primo Direttore della Banda Musicale dell’Esercito, fondata il 2 giugno del 1964, a cui ha dedicato numerose trascrizioni e composizioni così come gli altri maestri che si sono succeduti, come il M° Ten. Col. Fulvio Creux Direttore a sua volta dal 1997 al 2013 che, nel 2004, ha composto “4 Maggio” a tutt’oggi la nostra Marcia d’Ordinanza.
Ringraziato il Prof. De Socio ci accomodiamo in un “salotto musicale” circondati da mobili che espongono una bellissima collezione di strumenti a fiato storici.
L.S. – Bene Salvatore, proseguiamo parlando della Banda dell’Esercito Italiano oggi.
S.S. – La Banda dell’Esercito è costituita da centodue orchestrali (il così detto “organico vesselliano”), un archivista, un Maestro Direttore che dal 2019 è il Magg. Filippo Cangiamila e un Maestro Vice Direttore il Magg. Antonella Bona. I componenti della Banda hanno tutti un grado di Sottufficiale ed il reclutamento avviene attraverso un concorso nazionale.
L.S. – Come dicevamo prima i vostri non sono solo impegni istituzionali.
S.S. – Sicuramente no, oltre agli incarichi istituzionali che una banda militare appartenente alle Forze Armate ha il dovere di assolvere, la vocazione concertistica ha un’importanza altrettanto significativa ed è testimoniata nella storia da importanti concerti in prestigiosi teatri in Italia e all’estero, tournèe in Europa e negli Stati Uniti d’America nonché la partecipazione ad importanti Festival nazionali ed internazionali collaborando con artisti di fama mondiale.
L.S. – Tu come hai deciso di entrare a far parte di questa formazione musicale.
S.S. – La mia, diciamo, avventura musicale con la Banda dell’Esercito inizia non prestissimo. Il concorso nazionale al quale ho partecipato uscì nel 2010. Dobbiamo in primis sottolineare che questi particolari concorsi si articolano in due fasi ben distinte: vi è una parte “militare” fatta di test e visite mediche che sono afferenti al fatto inequivocabile che diventando un appartenente alle Forze Armate si deve essere giudicati abili a ricoprire questo ruolo. La seconda parte è quella a cui si accede successivamente ed è relativa alla parte musicale. Dopo aver superato i test ed essere risultato vincitore di questa audizione, sono entrato a fare parte di questa Istituzione a 39 anni.
L.S. – Bene, allora direi di fare un passo indietro e ripartire proprio da quando hai deciso di studiare il clarinetto.
S.S. – Sì, sai, come molti clarinettisti e strumentisti a fiato mi è capitato di iniziare lo studio giovanissimo nella banda musicale del mio paese; altrettanto giovanissimo mi sono diplomato presso il Conservatorio di Catania sotto la guida del M° Vincenzo Maggiore. Successivamente ho investito parte del mio tempo nei percorsi di “Strumentazione e Composizione per Orchestra di Fiati” e “Direzione d’Orchestra” e mi sono diplomato presso i Conservatori di Salerno e Frosinone, per altro seguendo anche il percorso di “Composizione”, tutto questo senza mai tralasciare lo sviluppo dell’esecuzione strumentale frequentando i corsi dell’Accademia Chigiana di Siena dove mi sono diplomato sotto la guida del M° Giuseppe Garbarino.
L.S. – Leggo dal tuo curriculum che oltre ai Maestri Maggiore e Garbarino hai studiato con Fulvio Creux, Luigi Avallone e Giorgio Proietti ma, che, parallelamente agli studi hai avuto una intensa attività professionale.
S.S. – Certamente. Come ti dicevo sono arrivato a questa posizione in età abbastanza avanzata e nel frattempo ho avuto modo di collaborare con importanti orchestre in altrettanti teatri:
Teatro Massimo-Bellini di Catania, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Regio di Parma, Parco della Musica di Roma, Orchestra Nazionale Ucraina, Orchestra Sinfonica di Savona. Ho anche svolto una intensa attività concertistica come solista e nel repertorio cameristico, mi sono dedicato alla Direzione e alla Composizione.
L.S. – Ed oggi che sei strutturato in questa Istituzione Banda Militare dell’Esercito Italiano riesci ancora ad avere una attività così intensa a livello professionale autonomamente?
S.S. – Dobbiamo tenere presente che gli impegni “istituzionali” ed in generale il lavoro di prove, concerti e tutto quello che concerne l’attività della Banda ha assolutamente la precedenza, ma questo è valido per noi che siamo militari come per te che sei insegnante di Conservatorio o per chiunque altro. La principale attività, il lavoro che ha la predominanza ufficiale, è sempre in prima posizione. È pur vero che si riesce ad avere attività collaterali che, anche per loro peculiarità, a volte è più semplice svolgere mentre altre ci possono essere delle difficoltà.
L.S. – Ad esempio?
S.S. – Beh, approfittare dei momenti liberi che questo lavoro mi lascia per dedicarmi alla “composizione”, che sono momenti decisamente gestibili in piena autonomia, è molto più semplice che dedicarsi ad una alternativa attività concertistica che si potrebbe sovrapporre agli impegni della Istituzione principale. Ciò non toglie che nel corso degli anni sono riuscito a dirigere orchestre e gruppi importanti, anche stabilmente (Roma’s Clarinet Choir e Sicily Denner Clarinet Ensemble) ad effettuare concerti e registrazioni discografiche o radiofoniche con gruppi cameristici che nascono e che anche sono stabili all’interno della Banda come il Quartetto di Clarinetti o il Quintetto di Fiati classico.
L.S. – Di fatto la convivialità, la stima reciproca, la quotidiana frequentazione porta alla nascita di gruppi formati per intero da membri dell’Istituzione.
S.S. – Sì. Ed è l’Istituzione stessa ad incentivarli usandoli, a volte, come appendice della Banda quando le condizioni (soprattutto di spazio) lo richiedono. Oltre ai già citati abbiamo ad esempio un Brass Ensemble e, come puoi immaginare, dato l’alto numero di musicisti e strumenti presenti possiamo creare ensemble di ogni tipo.
L.S. – In questa tua attività di musicista a 360° gradi ci sono momenti da esecutore, da direttore, da compositore che ami più di altri?
S.S. – Non vorrei apparire autocelebrativo, sicuramente come direttore aver avuto l’onore di condurre alcune volte La Banda dell’Esercito è stata cosa che mi ha riempito di orgoglio, altrettanto soddisfacente la recente esperienza con orchestra e solisti presso il Teatro Apollo di Lecce per il Concerto di Capodanno che ha visto protagonista il grande tenore Salvatore Cordella. Come compositore, dopo tanti anni e centinaia di brani, posso dire che la produzione dedicata in particolare al mio strumento ed alla mia attività è sempre la più amata; gli ultimi nati: Il Quartetto “ANEMONE” per 4 clarinetti e la “Sonatina for two Clarinets” in prima esecuzione assoluta nel 2022 e nel 2023 mi hanno dato molta soddisfazione e mi piace citare il Quartetto “ANEMONE” per il quale ho ricevuto anche i complimenti del grande clarinettista Jazz americano Eddie Daniels.
Per la parte esecutiva, come clarinettista, sono diversi anni che eseguiamo come solisti della Banda, il Collega Primo Luogotenente Vincenzo Isaia ed io, “IL CONVEGNO” di Amilcare Ponchielli riportato in auge per la prima volta anni fa al Festival dei 2 Mondi di Spoleto; poi il lavoro con il Quintetto di Fiati classico “Millennium Ensemble” in questo periodo sta portando ottimi risultati.
L.S. – Se non sbaglio il Quintetto di Fiati “Millennium Ensemble” è anche protagonista di una realizzazione discografica per te importante.
S.S. – Non sbagli. I 2 volumi dal titolo “ESOPO tra Favola e Musica” sono un progetto discografico nel quale non solo mi sono esibito come clarinettista membro del quintetto di fiati ma ho anche realizzato le musiche e tutte le illustrazioni.
L.S. – Caro Salvatore, il tempo è tiranno come lo saranno gli editori delle diverse testate che dovranno dare spazio a questa lunga intervista, molto altro ci sarebbe da raccontare ma lo riserveremo per la prossima occasione con un ringraziamento, doveroso anche nei confronti delle autorità della Banda dell’Esercito, e un caloroso saluto ti auguro una carriera di interminabili successi.
S.S. – Grazie a te Luca ed un saluto a tutti i nostri lettori.
Salvatore Schembari can be reached at [email protected] or on Facebook.
Luca Saracca is professor of clarinet and head of the communication office at the Conservatory of Music “Francesco Morlacchi” in Perugia, Italy. He served for five years as ICA chair of international relations (2018-2023) and as a founding member, together with Eddy Vanoosthuyse and Caroline Hartig, of the international council. He was born in Perugia where he studied clarinet at the conservatory under the guidance of Ciro Scarponi, and later studied at the Salzburg Mozarteum Akademie with Alfred Prinz (Vienna Philarmonic). He has performed on clarinet and basset horn throughout Europe and the US with many chamber music ensembles and orchestras including the Orchestra Filarmonica Marchigiana and Namaste Clarinet Quartet. Saracca plays Herbert Wurlitzer Reform Boehm clarinets.